Gioielli scegli il giusto investimento

gioielli antichiI monili di un tempo racchiudono un fascino misterioso. Inutile dire che per gioiello antico s’intende un monile dell’epoca greco romana, etrusca o egiziana.

Sono gioielli che rappresentano pezzi di storia e che oggi, fanno bella mostra in musei e gallerie del nostro pianeta. Venire in possesso di un gioiello antico è arduo ma non impossibile a meno che non si abbia la passione per questi elementi e si è frequentatori di aste ma naturalmente, un gioiello antico raggiunge cifre da record.

E’ meno difficoltoso invece, venire in possesso di un gioiello d’epoca come quelli realizzati da Cartier, Bucellati, Boucheron e Fabergè, importanti maestri orafi.

Peter Carl Fabergé era di una bravura inimitabile tanto da diventare gioielliere personale degli zar che gli ordinavano gioielli impreziositi da pietre di pregio che il maestro intagliava ricavandone piccole figure di animali.

Pietre come l’almandino venivano incastonate con maestria in gioielli di rara bellezza. Negli anni sono diventati di valore enorme anche i gioielli creati da Boucheron che amava realizzare animali scolpiti nei diamanti tanto da riprodurre piccoli capolavori. I gioielli creati da Buccellati infine, apparivano come ricami aurei tanta la finezza e la meticolosità con cui il maestro orafo creava piccole minuzie alla pari di un’esperta ricamatrice quando realizza tulle e crini su tela.

L’arte orafa cambia a seconda dei periodi.

La metodica di lavorazione dei gioielli è cambiata con gli anni e mentre i gioielli antichi erano ornati con gemme che raffiguravano animali mitologici come il grifone, il leone o lo scarabeo quelli d’epoca tendevano a prediligere le pietre preziose come i diamanti, gli zaffiri o gli smeraldi.

Le pietre venivano incastonate nell’oro lavorato con metodo tubolare e spesso intrecciato.
Si preferivano disegni sul tema floreale avvicinando minuscoli elementi per ricreare fiorellini incantevoli o composizioni pregiate. Tuttavia, non mancavano monili con rappresentazioni femminili.

Entrambi i gioielli hanno una caratteristica che li accomuna ossia il fascino del tempo e l’originalità.

Ogni elemento oltre al valore monetario, ha un intrinseco significato che parla di usi e costumi, di tradizioni, di superstizioni ma anche di voglia di potere. Possedere gioielli così di pregio infatti, significava mostrare al popolo la propria posizione sociale.

Spesso si indossavano determinate pietre preziose perché ad esse venivano attribuiti poteri magici per sconfiggere alcuni vizi o per attirare amore e fama.

I nostri progenitori almeno nei secoli XVII° e XVIII°, rasentarono l’eccesso specialmente con quei monili ornamentali troppo sfarzosi del mondo barocco e rococò.

Secondo recenti statistiche, bisogna privilegiare l’acquisto di gioielli con marchi famosi.

Le statistiche parlano chiaro ed esiste la certezza che investire in gioielli antichi darà la massima soddisfazione economica tra qualche anno, complice l’andamento negativo dell’economia nazionale.

I dati sono attendibili poiché sono stati forniti dal ‘Wall Street Journal ‘che menziona rispettabili studiosi del settore che consigliano l’acquisto di gioielli con ‘un’expertise firmata’ e con la presenza di pietre pregiate come i diamanti.

E’ chiaro che per fare acquisti che riguardano l’alta gioielleria non bisogna rivolgersi a persone poco attendili soprattutto se non si è in grado di riconoscere una contraffazione ed è consigliabile fare riferimento ad un Banco Metalli autorizzato dalla Banca d’Italia.

La fase d’acquisto è la più impegnativa ma con l’aiuto di personale qualificato si imparerà a seguire le quotazioni dei mercati internazionali.

Per quanto riguarda l’oro basta stare attenti alle quotazioni del London Gold Fixing mentre per le pietre preziose esistono degli indicatori che attraverso tabelle continuamente aggiornate, danno il valore effettivo delle gemme.

Nel ventunesimo secolo stiamo sperimentando gli ‘investimenti di lusso‘ ma questa pratica veniva adottata già da sovrani e potenti perché metalli preziosi e pietre pregiate sono da considerarsi investimenti alla pari di opere d’arte di grandi maestri figurativi.

Sicuramente più sicuri delle obbligazioni, i gioielli da investimento sono facilmente alienabili in tutto il mondo.

Al momento dell’acquisto, l’Istituto fornirà all’acquirente un attestato che certifica l’autenticità del gioiello. Tale documento va gelosamente conservato poiché si dovrà esibire alla vendita.

Prezzo dell’oro le fluttuazioni

oro da investimentoFin dall’antichità è stato riconosciuto all’oro un valore superiore a quello degli altri metalli, ragione per la quale è stato fin da subito utilizzato come fondamentale mezzo di pagamento e per la coniazione della moneta.
L’archeologia ci ha dimostrato che già 5000 anni fa si realizzavano oggetti preziosi in oro. Abbiamo gioielli realizzati da artigiani mesopotamici ed egiziani e, veri maestri nella lavorazione dell’oro, furono gli Etruschi ed i Romani.
I Romani utilizzarono la quantità di oro presente nelle leghe con le quali realizzavano le monete per determinarne il valore, aumentando o diminuendo la percentuale di oro per gestire la svalutazione.

Nell’era moderna i primi ad utilizzare l’oro come valuta corrente furono gli Inglesi che nel 1816 adottarono il sistema cosiddetto del “gold standard”.
Nei decenni successivi anche Stati Uniti, Francia, Germania e altre nazioni si adeguarono al “gold standard” introducendo, di fatto, la convertibilità in oro delle monete nazionali.
Il sistema aureo durò fino alla prima guerra mondiale e l’abbandono dello standard provocò un decennio di instabilità monetaria, fino a quando dal 1925 in avanti, le banche centrali nazionali affiancarono alle riserve auree le valute convertibili.
Nacque, di fatto, il gold exchange standard.
Naturalmente, per attribuire il valore di cambio alle valute era necessario fare riferimento al prezzo dell’oro che dal 1919 veniva fissato giornalmente, attraverso un accordo tra le banche, dal London Gold Market Fixing.

I membri attuali del London Gold Market Fixing sono le banche NM Rothschild & Sons, Mocatta & Goldsmid, Samuel Montagu & Co, Pixley & Abell e Sharps & Wilkins che si alternano alla presidenza dell’ente con cadenza annuale.
Il prezzo dell’oro si determina due volte al giorno, alle 10,30 am e alle 15,00 pm e viene fissato in dollari, sterline ed euro dai 5 membri dell’ente collegati in teleconferenza.
Il prezzo stabilito, detto fixing, viene comunicato al London Bullion Market e alle piazze finanziarie che lo utilizzano come riferimento per i contratti derivati sull’oro.
Al momento il mercato dell’oro è dominato dalla legge della domanda e dell’offerta derivate dal mercato finanziario ed è per questo che l’oro è ancora considerato materia di investimento e non una materia prima o commodity, infatti solo il 10% dell’oro mondiale viene acquistato a fini industriali.

Ancora oggi, come succede da seimila anni, l’oro è considerato un valore e un bene rifugio.
Quando si verificano crisi economiche che abbassano il valore del denaro, tipicamente il valore dell’oro aumenta ed è quindi tutt’ora considerato alla stessa stregua del denaro, essendo l’oro facilmente convertibile in moneta sonante in qualunque parte del mondo.
In realtà, l’oro è diventato negli anni un bene da utilizzare come rifugio per mettere al sicuro il proprio denaro.
Come accennato in precedenza, durante le crisi economiche il valore dell’oro tende a crescere.
Questo succede perchè nel mondo la valuta considerata di riferimento in campo finanziario è il dollaro e quindi banche, fondazioni, fondi d’investimento e tutti i soggetti che lavorano attraverso le scommesse di borsa, utilizzano normalmente grandi quantità di dollari per svolgere le proprie operazioni.
Nei momenti di crisi, però, il valore di scambio del dollaro statunitense diminuisce impoverendo di fatto i soggetti che ne possiedono grandi quantità.
Per parare il colpo, questi soggetti scambiano una gran parte della propria disponibilità valutaria in oro e, l’aumento repentino della richiesta del prezioso metallo che ne consegue, provocano un rialzo immediato del prezzo d’acquisto dell’oro e quindi del suo valore.
Rivendere l’oro al momento giusto permetterà di ripristinare il valore effettivo del proprio contante.
Il prezzo dell’oro è quindi correlato non solo alla legge della domanda e dell’offerta ma anche al valore del dollaro statunitense.

Il meccanismo del fixing è da sempre sottoposto a forti critiche per la sua scarsa trasparenza che permette di manipolare il prezzo dell’oro secondo convenienza tanto che, non molto tempo fa, la Barclais è stata multata per manipolazione del prezzo dell’oro sul mercato di Londra.
Per questo motivo dal marzo del 2015 il sistema di fixing è stato modificato attraverso l’adozione di una specifica piattaforma d’asta a gestione indipendente.

Decalogo dell’argento

argentoIl nome “argento” deriva dal greco “argos” che significa bianco, brillante, mentre la sua contrazione “AG” viene dal latino “argentum”.
L’argento è un metallo nobile quotato in Borsa che, nel ranking mondiale, occupa il secondo posto, preceduto soltanto dall’oro.
La sua storia, caratterizzata da periodi molto altalenanti (da moneta di scambio, a metallo quasi deprezzato dopo l’avvento dell’oro) è ricca ed affascinante, a cominciare dalle sue antichissime origini.
Già 5000 anni fa, infatti, alcuni popoli della Mesopotamia come i Sumeri e gli Assiro-Babilonesi o gli Incas in Perù e fiorenti civiltà come quella egizia, micenea e cartaginese sapevano fondere i metalli e lavoravano l’argento, ricavandone preziosi oggetti ornamentali.
Successivamente gli Etruschi e i Greci furono altrettanto abili artigiani e realizzarono bellissimi monili (diademi tempestati di gemme preziose, bracciali a cerniera) e suppellettili, ma la grande diffusione del silver si deve ai Romani che lo utilizzarono per produrre vassoi, coppe, statue di imperatori e divinità pagane.
Nel basso Medioevo le famiglie più nobili iniziarono a collezionare “argenteria ecclesiastica” (oreficeria sacra) che consisteva in icone, calici ed arredi di pregevole fattura, mentre nell’alto Medioevo in Europa affluirono e si diffusero “argenterie domestiche” come brocche, bacili e anfore.
Con Carlo Magno si affermò il “monometallismo argenteo” e per diversi secoli le monete d’argento furono l’unica forma di pagamento e di scambio.
La punzonatura, che in Oriente fu impressa dai Bizantini sin dal VII° secolo, in Europa fu introdotta dai francesi a partire dal XIII° secolo.
Nel Rinascimento si affinarono le tecniche decorative ed ornamentali: molti oggetti erano lavorati a sbalzo, impreziositi da cesellature ed incisioni e si eseguirono procedimenti più sofisticati come la filigrana, il niello e l’intarsio giunti, quasi immutati, fino ai nostri giorni.
Caterina De’ Medici, in Francia, fu la prima che nel XVI° secolo introdusse l’impiego di posate d’argento, uso che ben presto divenne di “gran moda” presso tutte le dinastie più potenti e i sovrani dell’epoca.
Successivamente fu l’Inghilterra a dettare legge nel mondo, grazie ad un’ampia produzione di “oggetti di ottima qualità” (gioielli, articoli per la tavola, soprammobili) realizzati in maniera ancora artigianale, impiegando una lega composta per il 92,5% da argento.
Si venne, così, a creare un indice di riferimento, detto “sterling silver”, in uso ancora oggi. Infatti, per capire il valore del metallo bianco, bisogna verificare il suo “titolo” espresso in millesimi (800, 835, 900 e 925) tenendo conto che lo “sherling standard” (argento 925) è quello che indica la migliore qualità e, quindi, il costo più alto.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo, l’avvento dell’industria contribuì alla diffusione di macchine che pian piano sostituirono il paziente lavoro manuale, consentendo in tempi rapidissimi, la produzione e la commercializzazione di “oggetti d’argento su vasta scala”.
Lo stile e il design si modificarono profondamente e seguirono le tendenze più in voga, ispirandosi all’Art Nouveau e al Liberty.
Proprio in quel periodo, tutto il settore fu “rivoluzionato” dalle bellissime creazioni di grandi maestri come Cartier e Fabergé e dai capolavori di grandi produttori come Tiffany, Garrad e Bulgari.
Oggi, per fini speculativi, l’argento è molto richiesto, perchè il suo andamento in Borsa, tendente al rialzo, garantisce buoni profitti, qualunque sia il tipo d’investimento.
Per massimizzare i guadagni basta seguire poche e semplici regole:

1) monitorare il silver fixing e l’andamento dei mercati finanziari,
2) acquistare se il trend è al ribasso, vendere in caso contrario,
3) diversificare l’investimento (argento fisico ed opzioni) e seguire i consigli degli esperti più autorevoli,
4) selezionare siti specializzati e fidarsi solo di quelli autorizzati che godono di ottima reputazione,
5) in caso di gioielli antichi o d’epoca chiedere sempre il certificato di provenienza ed autenticità,
6) investire in oggetti di qualità e in ottimo stato che assicurano buona liquidità,
7) informarsi sulla commissione trattenuta dal rivenditore e su eventuali spese aggiuntive,
8) per i contratti derivati o altri fondi, partire con piccoli investimenti e verificare le plusvalenze,
9) valutare l’opportunità di asset class molto richiesti e poco esposti al rischio come lingotti e monete,
10) confrontare modalità e condizioni di pagamento.

Il mercato che fornisce la quotazione ufficiale dell’argento è quello di Londra attraverso la “London Bullion Market Association”, rituale che per decenni si è ripetuto quotidianamente, fino al 14 agosto 2014, giorno dell’ultima seduta del fix silver.
Analizzando i dati degli ultimi 10 anni, l’argento ha assicurato agli investitori buone performance: dal 2005 al 2010 il fixing è stato piuttosto stabile. Nel 2011 il trend è salito vertiginosamente, generando un aumento del 40% delle transazioni. Per un paio di anni il prezzo è rimasto pressocché invariato, fatta eccezione per il mese di aprile del 2013 quando la quotazione è risalita. Nel 2014 l’andamento è tornato stabile tranne la flessione del mese di ottobre. Attualmente il fixing è nuovamente orientato alla crescita e i rendimenti soddisfano le aspettative dei risparmiatori.
Dopo lo scandalo Libor che circa 2 anni fa travolse la Deutsche Bank, quest’ultima decise di uscire dalla prestigiosa LBMA e, da allora, si è “rivoluzionato” il meccanismo di determinazione del prezzo spot dell’argento.
Oggi il nuovo sistema è il “Silver Price”, una procedura innovativa in base alla quale tutte le operazioni avvengono on line in assoluta trasparenza e, quando si riesce a bilanciare e definire il prezzo medio tra la domanda e l’offerta, il fix viene pubblicato sul sito sotto gli occhi di tutti.
Nessun cambiamento, invece, per i “futures” visto che il mercato di riferimento più importante resta il Comex di New York.

compro oro il franchising vincente

orecchini usatiNegli ultimi anni le città italiane hanno assistito all’apertura di molti punti compro oro. Le prime forme di questa attività sorgono alla fine dello scorso millennio. Inizialmente sono i gioiellieri a praticarla, perché assicura un’entrata immediata di denaro contante. L’attività dei compro oro consiste, infatti, nell’acquisto di gioielli e oggetti di valore da privati, per rivenderli a privati, grossisti e società, che si occupano della fusione e della lavorazione dei metalli.
Il buon esito di questa attività ha determinato, nel corso degli anni, la nascita di numerose catene di compro oro in franchising, ma prima di approfondire il discorso sull’affiliazione commerciale, è necessario chiarire che il compro oro è diverso dal banco metalli.

Il banco metalli infatti si differenzia dal compro oro per il fatto che il metallo acquistato viene fuso e poi lavorato senza la rivendita successiva, per questo il banco metalli vede tra i suoi clienti
banche e fonderie. Anche dal punto di vista formale ci sono delle differenze, ma non le analizzeremo in questo momento.

Tornando ai compro oro, quali sono i fattori ne che hanno determinato il successo?
– Senza dubbio la crisi economica ha giocato un ruolo fondamentale. Un impoverimento generale e la necessità di liquidità immediata hanno costretto la classe basso medio-bassa a rinunciare a gioielli, collezioni di monete e oggetti di valore;
– altro fattore determinante è stata la crescita senza precedenti delle quotazioni dell’oro (oltre il 116% negli ultimi anni);
– infine la semplicità con cui è possibile aprire un’attività compro oro, soprattutto in franchising, ha inciso fortemente sullo sviluppo di questo mercato.
Il compro oro in modalità franchising, in particolare, è un’attività che può essere esercitata sia da chi ha maturato esperienza nel commercio dei preziosi sia da chi desidera cimentarsi in un settore nuovo e redditizio.
Naturalmente occorre rispettare le normative di settore e richiedere le previste autorizzazioni.
Una legge del 2000 fornisce la definizione di “oro” e stabilisce i requisiti per svolgere in modalità professionale l’acquisto e la rivendita di metalli preziosi.
Dal punto di vista della forma giuridica con cui operare, è prevista la possibilità di scegliere tra numerose tipologie societarie, fatta eccezione per le ditte individuali.
Uno dei requisiti necessari per l’esercizio dei Banco Metalli, non necessaria per i compro oro, è il rilascio di apposita autorizzazione da parte della Banca d’Italia.
Per quanto riguarda gli aspetti puramente pratici, occorre sapere che il locale da destinare al compro oro deve possedere determinate caratteristiche per quanto riguarda dimensioni, collocazione territoriale, numero di abitanti da soddisfare, accessibilità da parte del pubblico, arredamento, privacy dei clienti e sistemi di sicurezza (allarme, video sorveglianza, parete antisfondamento, cassaforte).

Il corredo degli strumenti fondamentali per lo svolgimento di questa attività consistono in una bilancia per metalli, apparecchiature e sostanze per il riconoscimento dell’autenticità dell’oro, lente d’ingrandimento.
Non è necessario assumere personale dipendente e l’investimento iniziale è stimato in € 25.000,00 circa.
Se non si vogliono correre rischi eccessivi e si necessita di assistenza continua i compro oro in franchising rappresentano la soluzione ideale per chi non ha esperienza.
I vantaggi di questa scelta sono molteplici:
– assistenza nella fase di apertura,
– corso di formazione;
– know-how del franchisor,
– possibilità di sfruttare le promozioni della casa madre,
– esonero dal pagamento di una fee d’ingresso,
– esonero dal pagamento di una royalty, in genere per primo anno di attività;
– zona in esclusiva;
– formazione e assistenza fiscale e legale per tutta la durata del rapporto;
– consulenza di un tutor esperto sin dall’inizio dell’attività.
E’ sufficiente fare un giro nelle città italiane per verificare il successo dei compro oro in franchising,
Sulla scia di questo trionfo commerciale sono sorti anche i compro oro on line, siti che permettono di effettuare una prima valutazione on line dell’oro posseduto, a cui può seguire il contatto diretto presso il punto vendita più vicino o la spedizione dell’oro a mezzo corriere. Se si sceglie questa soluzione, è necessario compilare alcuni moduli, dopodiché, nel giro di un giorno o due, il compro oro provvede all’invio del denaro. Comodo, veloce, sicuro.

Trasforma la tua attività

lingotto oroIl sempre crescente numero dei negozi in cui è possibile vendere o acquistare monete, oro ed altri metalli preziosi, ha fatto riflettere moltissime gioiellerie o orologerie sulla possibilità di trasformare la propria attività in un compro oro in franchising. Queste due attività commerciali, i cui operatori sono già esperti in materia di oro e di metalli preziosi, hanno sicuramente una maggiore possibilità di dare vita a punto compro oro professionale e competente.

Come di grande competenza può essere un Banco Metalli che trasformi la propria attività ampliandola anche al settore di acquisto e rivendita dell’oro. Molti Banchi Metalli, infatti, hanno percepito l’importanza dei compro oro, tanto da decidere di allargare la propria operatività afferendo ad alcuni dei più importanti franchising dei compro oro.

Ma come si può aprire un punto compro oro in franchising?
L’apertura di un negozio compro oro non è un’operazione complessa, anche perché non necessita di grossi investimenti iniziali. Tuttavia, per far sì che la propria attività funzioni, è importante acquisire le giuste competenze nella valutazione dell’oro e degli altri metalli, competenze che, per quanto facilmente acquisibili, spesso sono proprio l’elemento fondamentale che fanno la differenza tra un punto vendita ed un altro. Per chi apre un punto vendita compro oro, inoltre, il rischio di invenduto è quasi inesistente, visto che questi esercizi commerciali, al momento dell’apertura, stipulano dei contratti con società di raccolta oro che regolarmente ritirano e pagano l’oro acquistato da ciascun punto vendita. Infine, oggi che internet è diventato un mezzo fondamentale di acquisto e vendita, non si può non considerare la sezione del compro oro online, dove si possono effettuare valutazioni e vendite degli oggetti preziosi.

E’ importante ricordare che però, nonostante la facilità dell’apertura di un compro oro, vi sono tutta una serie di regolamentazioni che vanno rispettate per lavorare nel modo più corretto e, soprattutto, per evitare di compromettere la propria attività con errori grossolani di tipo burocratico ma anche pratico, legati proprio all’acquisto dell’oro.
Proprio per quanto riguarda l’acquisto, bisogna tener conto che è necessaria una liquidità iniziale che permetta di pagare i preziosi portati dai privati, che può variare a seconda delle zone e dei periodi in cui si dà inizio alla propria attività commerciale. Gli ultimi periodi, ad esempio, si sono mostrati molto favorevoli agli operatori dell’oro, visto che la recente crisi ha spinto moltissime persone a vendere oro e altri metalli preziosi. E d’altro canto, fatta eccezione per gioielli cui si è particolarmente legati, bisogna dire che anche nel campo della gioielleria le mode cambiano per cui, spesso, può essere comodo rivendere oggetti in oro o argento che non si utilizzano più anche solo per acquistarne di più moderni ed indossabili.
Ancora, è fondamentale attenersi alla lettera non solo alle regolamentazioni di apertura di un compro oro, ma anche alla legislazione sull’oro acquistato, che non può essere alterato né fuso, ma solo rivenduto così come viene comprato. Inoltre, ogni acquisto va regolarmente registrato e dichiarato e le vendite possono essere effettuate solo dietro esibizione di un documento di identità del venditore. Questo procedimento è comune a tutti i negozi di compro oro, siano essi piccoli punti vendita, sia affiliati di importanti marchi in franchising. Proprio su quest’ultimo punto, è importante considerare che, dovendo aprire un negozio compro oro, il modo più sicuro di farlo è probabilmente quello di affiliarsi un franchising sicuro, con un nome importante alle spalle che funga da garanzia per la clientela, ma anche per l’operatore stesso. L’apertura di un franchising del compro oro segue regole generali molto simili e piccole variazioni a seconda del marchio. Solitamente ogni marchio offre ai propri affiliati dei corsi di formazione ed aggiornamento sull’oro e sul marketing, assistenza burocratica ed amministrativa, esclusività di zona (città o quartiere) e altro supporto operativo, a fronte di una tassa di affiliazione, variabile a seconda dei marchi. Inoltre, alcuni franchising richiedono un negozio che soddisfi determinate caratteristiche di spazio, oltre, naturalmente, a tutta l’attrezzatura da orafo.

Oro lavorato, quali tecniche si usano

anello e pietreLa lavorazione dell’oro ha da sempre affascinato l’uomo che ha potuto, grazie a differenti tecniche e stili, creare gioielli ed utensili di grande valore.

I primi metodi di lavorazione dell’oro risalgono a oltre venti secoli prima della nascita di Cristo, quando il celebre metallo veniva lavorato con la tecnica della tiratura a martello. Non esistevano ancora la fusione e la saldatura, per cui questo metodo era l’unico possibile. Si basava (e si basa ancora) sull’utilizzo di un martello che, battendo sul pezzo d’oro, permetteva di ottenere lamine più sottili che venivano poi modellate e sagomate fino ad ottenere le forme richieste.
Con la scoperta dei mezzi di fusione dei metalli, l’oro veniva lavorato anche in fili sottili dando vita a differenti metodi di lavorazione, soprattutto decorativi, che permisero al prezioso metallo di diventare il più utilizzato per la creazione di gioielli in ogni civiltà ed ogni epoca.

Il mestiere dell’orafo nasce con la necessità di creare gioielli per gli antichi re persiani e faraoni egiziani, i primi sovrani ad utilizzare monili forgiati con questo prezioso metallo. La lavorazione dei primi gioielli era molto semplice, ma allo stesso tempo essi erano massicci e pesanti, per dare maggiore importanza alle persone che li indossavano. La lavorazione a sbalzo è una delle più antiche tecniche decorative e prevede semplici scanalature a righe o più o meno ondulate sull’oggetto. A seconda dell’oggetto da decorare potevano cambiare gli spessori o il numero delle scanalature, rendendo la decorazione differente di volta in volta. La precisione della scanalatura è fondamentale per rendere la decorazione perfetta. Anche se la decorazione viene fatta a rilievo si parla comunque di lavorazione a sbalzo. Questo tipo di tecnica decorativa è stata molto utilizzata soprattutto per gli arredi religiosi, fino al diciassettesimo secolo.
Molto simili alla decorazione a sbalzo, ma più evolute per strumenti utilizzati e risultati possibili, sono l’incisione e la cesellatura. Nonostante spesso vengano confuse, queste due tecniche sono differenti tra loro visto che l’incisione avviene tramite uno strumento appuntito che incide ed asporta sottili strisce di metallo per creare la decorazione, mentre la cesellatura prevede un utensile con punta smussata che viene battuto con un martello sul metallo come un piccolo scalpello.

Degli effetti decorativi molto eleganti sono dati dalle metodologie chimiche che creano delle variazioni di colore nella lamina e quindi nel gioiello. Si tratta per lo più di opacizzazione dell’oro che avviene tramite attacco chimico o ossidazione. Queste tecniche permettono di creare un contrasto tra zone scurite o opacizzate e altre che vengono lasciate lucide e riflettenti. Solitamente l’ossidazione è utilizzata per creare decorazioni fatte da sottili linee tratteggiate che creano l’alternanza di colore, mentre l’attacco chimico viene utilizzato per aree più ampie. In passato, ad esempio, era il metodo d’elezione per scurire le armature e le armi, non solo quelle in oro ma anche in argento e altri metalli preziosi.
Altre tecniche che permettono l’alternanza di colore e di effetti chiaroscurali sono quelli dell’intarsio e del niello. L’intarsio prevede l’applicazione di metalli o materiali differenti in incisioni della lamina d’oro, mentre il niello prevede che i solchi incisi a bulino vengano riempiti con una lega metallica, detta anche essa niello, di colore prettamente nero.

Tra i metodi più eleganti e ricercati per creare effetti ornamentali di gran pregio ci sono la filigrana e la granulatura. La filigrana è una delle tecniche più usate in gioielleria, e consiste nella lavorazione di fili sottilissimi di oro e di argento intrecciati tra di loro. Può essere di due differenti tipi, a traforo o a giorno, a seconda che gli intrecci siano liberi oppure applicati su una lamina di supporto.
La granulatura invece è fatta da piccolissimi granuli, ossia sfere d’oro, che vengono microsaldate a caldo su di una superficie sempre in oro o in altro metallo. Questo metodo ha origini antiche e le diverse civiltà ne hanno creato anche varianti più o meno eleganti e sfruttate nel tempo.

Argento origini e produzioni

orecchini argentoL’argento è considerato, insieme all’oro e al platino, uno dei metalli più preziosi. E’ lucido, di colore bianco e di consistenza tenera e per queste sue caratteristiche – oltre al fatto di essere un ottimo conduttore di elettricità e di calore – è utilizzato in moltissime lavorazioni ed è ampiamente impiegato sia nella realizzazione di gioielli che in quelli di oggetti da ornamento per la casa all’interno della branca che da lui prende il nome appunto di argenteria.

Il suo impiego e le sue proprietà sono conosciute sin dall’antichità, tanto da essere menzionato addirittura nel libro della Genesi. In natura è possibile trovarlo sia sotto forma di minerale che puro e negli ultimi secoli il paese che si è distinto come massimo produttore è stato il Messico: celebri le miniere di Guanajuato. Il maggior produttore al mondo, però, resta il Perù con un quantitativo di più di 110 milioni di once all’anno ma si distinguono anche gli Stati Uniti, l’Australia ed il Canada anche se con produzioni decisamente minori. Il nostro Paese, invece, pur non essendo un grande produttore, ha giacimenti di buona qualità nella regione Sardegna, in particolare nella zona del Sarrabus.

A fare poi passi da gigante nello scenario dei principali produttori da qualche decennio è – e come poteva essere diversamente? – la Cina.

Come si è detto, l’argento ha ancora un larghissimo impiego, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione di monili e di argenteria, ossia oggettistica per la casa come vassoio, vasi, posate, cornici, etc. In passato nelle occasioni speciali si era soliti portare in dono un oggetto realizzato in argento – ma anche un lingotto di materiale puro ai neonati come augurio di prosperità – come regalo estremamente apprezzato. Questa usanza non si è persa nel tempo ed ancora oggi, ad esempio, resta il regalo preferito per matrimoni ed altre ricorrenze del genere. Ovviamente cambia il design, le linee si fanno più moderne, le forme seguono la moda del momento, ma la materia principale resta la stessa: l’argento. E non esiste casa in cui non sia presente almeno un oggetto fatto con esso.

Tuttavia l’argento viene impiegato anche nella produzione di gioielli, in particolare quelli etcnici. Proprio per questo spesso i monili che acquistiamo in vacanza di sovente nelle località esotiche possono rivelarsi dei veri e propri oggetti di valore sempre che si tratti di vero argento però!

Ma come si può fare per assicurare all’argento uno stato di conservazione ottimale? Per le sue caratteristiche difficilmente si deteriora ma è portato ad ossidarsi, ossia assumere quella tipica patina scura tendente al bronzo che intacca il suo fascino. Per pulirlo è necessario utilizzare sempre ed esclusivamente un panno morbido che non graffi il materiale. Poi si può decidere di utilizzare o un prodotto specifico di quelli che si acquistano anche al supermercato oppure, come facevano le nostre nonne, una miscela di acqua, sale e bicarbonato che farà ritornare splendente il nostro argento! Anche l’impasto di dentifricio e limone e l’utilizzo di uno spazzolino da denti dalle setole molto morbide è una metodologia largamente impiegata.

Per riconoscere l’argento autentico da un surrogato è sempre consigliabile rivolgersi ad un esperto di settore, magari anche in uno dei tanti compro oro ed argento che si trovano in ogni città. In queste strutture, infatti, esiste del personale tecnico in grado, anche attraverso l’utilizzo di tecniche moderne e strumenti scientifici, di riconoscere la purezza del metallo senza alcuna ombra di dubbio. Un esempio su tutti è quello della tecnica del saggio alla tocca, utilizzato anche per la verifica della purezza dell’oro.

Nel caso, però, vogliate procedere ad una prima e rapida valutazione fai da te esistono dei piccoli trucchi che ci aiuteranno ad avere almeno un’idea di massima del valore dell’oggetto che stiamo per acquistare.
Il primo metodo è quello della reazione con l’acido solfidrico a contatto del quale l’argento ha un lievissimo annerimento. Per ottenere in casa questo acido è possibile far marcire un uomo ed immergervi poi l’oggetto di argento dentro.
Un metodo di verifica ancora più semplice prevede l’utilizzo di una calamita: l’argento vero non ha proprietà magnetiche e quindi non sarà attirato dalla calamita, quello falso che è solitamente composto per una certa percentuale da comune metallo ne sarà invece attratto.
Prima di ogni altra verifica, comunque, è possibile accertare che sull’oggetto che reputiamo in argento sia presente la punzonatura – obbligatoria per legge – recante la timbratura con la sigla del produttore e la percentuale di argento contenuto (per l’argento si può avere 925 oppure 800).